E’ stata presentata, martedì 22 luglio in conferenza stampa presso la Regione Marche la mostra “Immagini di Maternità. La bellezza della vita che nasce”: mostra del patrimonio d’arte e di fede delle diverse Diocesi marchigiane, nell’ambito del progetto realizzato dalle Diocesi in collaborazione con la Regione Marche in occasione del Giubileo 2025.
Di seguito il Comunicato Stampa di apertura della mostra
È aperta al pubblico presso il Museo Pontificio Santa Casa, la mostra “Immagini di Maternità – la bellezza della vita che nasce”. Una mostra che si inserisce nel progetto “Pellegrini di speranza” promosso dalla Conferenza Episcopale Marchigiana con il patrocinio della Regione Marche. 14 i musei diocesani coinvolti nella creazione di una rete museale che permetterà al visitatore e al pellegrino di compiere un vero e proprio pellegrinaggio giubilare nell’arte attraverso opere che ritraggono l’essenzialità della maternità di Maria.
“Sono lieto di ospitare questa mostra in questo luogo significativo, unico insieme con Nazareth, che per la presenza della Santa Casa custodisce la memoria viva della maternità di Maria. Una memoria sentita dai pellegrini, motivo di pellegrinaggio da centinaia d’anni di persone che vengono a chiedere il dono della vita, il dono dei figli e ad affidare i propri figli e nipoti alla protezione materna di Maria. Da questa memoria viva è fiorita nei secoli un’intensa produzione di opere d’arte: otto sono esposte in questa occasione e rappresentano un segno di speranza, perché ognuna cattura un particolare aspetto della maternità di Maria” commenta S.E. Mons. Fabio Dal Cin, Arcivescovo Delegato Pontificio di Loreto.
Il Museo Pontificio Santa Casa è inserito nel territorio della Prelatura lauretana e le otto opere esposte sono cinque dipinti e tre statue lignee. “Il Museo Pontificio” ricorda il Dott. Vito Punzi, Direttore del Museo “è pontificio perché il patrimonio che vi si conserva è vaticano, ma è anche diocesano perché Loreto ha la particolarità di essere sia Diocesi che Delegazione Pontificia. Il museo è lieto di ospitare questa tipologia di mostra che, grazie alla presenza della Santa Casa, lo rende un luogo Mariano per eccellenza; dedicare una mostra a Maria in questo sito è assolutamente confacente. Diversi sono i motivi che ci rendono lieti di questa esposizione con opere già parte delle collezioni museali. Il primo motivo è che due di queste opere, ′Madonna con Gesù bambino, San Giuseppe e l’angelo di scuola baroccesca del XVI-XVII sec′ e ′Madonna di Loreto anonimo di inizio sec. XVII′, vengono presentate per la prima volta a seguito di un intervento di restauro e sono frutto di recenti donazioni al Santuario. Questo è un particolare importante, perché ci segnala che dopo oltre sette secoli di storia il Santuario continua a ricevere ex voto e doni, frutti di una ancora radicata devozione verso Santa Casa. Il secondo elemento che voglio rimarcare è che tutte queste opere, per quanto di alto valore storico-artistico, sono state ancora poco o per nulla studiate. La mostra, alla cui curatela ha collaborato la giovane studiosa Camilla A. Daprati, è dunque anche un invito allo studio, rivolto in particolare ai giovani, perché trovino il coraggio e scoprano il gusto della ricerca. Il patrimonio storico-artistico che si conserva nel Museo Pontificio, così ricco e vario, attende la loro curiosità, la loro voglia d’indagare”.
La mostra sarà visitabile fino al 30 novembre ogni giorno dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 con l’ingresso al Museo.







Di seguito l’articolo apparso nella rivista ufficiale del Santuario del mese di giugno “Il Messaggio della Santa Casa” a cura di Camilla A. Daprati.
IMMAGINI DI MATERNITÀ Statue lignee e dipinti in mostra nel Museo Pontificio
Nella Sacra Scrittura troviamo numerosi riferimenti alla Madre, a questa figura così fondamentale. Ma tra tutte, Maria, madre di Gesù, spicca con un ruolo centrale nella storia della salvezza. Maria è un soggetto che interessa tutti i credenti poiché è anche nostra Madre e Madre della Chiesa. È descritta come una donna umile e povera che medita costantemente nel suo cuore la Parola del Figlio vivendo
così il suo ruolo come Madre del Messia. La sua figura è intimamente legata ad eventi cruciali che hanno plasmato il destino del mondo. Primo fra tutti, l’Annunciazione, un momento di ineffabile grazia avvenuto proprio all’interno della Santa Casa, le cui pareti questo Santuario Pontificio custodisce con devozione. Fu in quel luogo sacro che la Vergine, con il suo “Sì”, scelse di diventare Madre del Figlio di Dio. «Non vi lascio orfani, vi do una madre», parole che Papa Francesco ha ripreso con forza, definendo Maria come «il nostro orgoglio: abbiamo una madre, che è con noi, ci protegge, ci accompagna, ci aiuta, anche nei tempi difficili, nei momenti brutti» (Papa Francesco, Maternità contagiosa). Con quel “Sì” che ha spalancato le porte alla redenzione, la narrazione prosegue con la
Nascita di Gesù, dopo averlo portato in grembo e difeso con tutte le sue forze, lo stringe finalmente tra le sue braccia. Ma la sua maternità non fu priva di dolore. Il culmine della sofferenza materna si manifesta nella tragicità di una madre che vede il proprio figlio morire sulla croce, un’immagine di desolazione che solo la devozione più pura può sopportare. Questa sequenza di eventi, dal Sì
dell’Annunciazione al Sì del disegno di Dio sul Calvario, Maria è la Madre universale di tutta l’umanità redenta.
La maternità costituisce da sempre un fulcro inesauribile per le rappresentazioni artistiche. Questa centralità si manifesta fin dalle epoche più antiche, con la creazione di manufatti che ne esplorano il motivo sia in chiave laica sia, soprattutto, in chiave religiosa.
Non a caso, la Vergine Maria emerge come uno dei soggetti più ricorrenti e raffigurati nella storia dell’arte, spingendo innumerevoli artisti a dedicare il loro ingegno a questa figura sacra, generando capolavori che continuano a richiamare fedeli e appassionati d’arte. Le opere d’arte spesso ritraggono Maria con sguardi affettuosi verso il bambino, o con gesti di cura e protezione, sottolineando il legame materno e l’amore incondizionato. Il Santuario della Santa Casa si sente particolarmente vicino al tema della m a t e r n i t à ,
poiché al suo interno è custodita la Casa di Maria, la Casa del “Sì”, luogo dove tutto ha avuto origine e dove l’amore di una madre ha iniziato a tessere la trama della salvezza. Ma è anche la Casa che è diventata dimora della famiglia, dove Maria ha vissuto la molteplicità delle relazioni familiari come figlia , fidanzata, sposa e madre e dove, insieme a Giuseppe, hanno cresciuto Gesù, dandogli
tutto l’amore di cui aveva bisogno. In questo senso, la Santa Casa rappresenta la dimora spirituale di ogni famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna; ma anche delle famiglie divise dalle guerre, di quelle che lottano con le difficoltà quotidiane
e di quelle segnate dai conflitti interni, offrendo a ciascuna un rifugio di speranza e pace. La Speranza è il messaggio centrale di questo Anno Santo, un tema che risuona profondamente con la maternità e con la figura di Maria. «Tutti sperano», afferma la bolla di indizione,
sottolineando come la speranza sia un desiderio intrinseco del bene e un’attesa fiduciosa per esso, indipendentemente da ciò che il futuro ci riserverà. «Guardare al futuro con speranza equivale anche ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere». Qui il ruolo della maternità (e paternità) viene al primo posto: nella capacità di generare la vita, con responsabilità da parte dei genitori, è un progetto intrinseco alla natura umana, voluto da Dio e affidato agli sposi come una speciale missione
d’amore. Le opere proposte nella mostra che sarà allestita dal 14 agosto prossimo al 6 gennaio 2026, tutte facenti parte delle collezioni permanenti del Museo Pontificio di Loreto, racconteranno questa missione di amore, una missione che anche Maria e Giuseppe hanno
dovuto affrontare nel loro tempo, con le preoccupazioni ordinarie di ogni famiglia, ma anche con le gioie e le soddisfazioni che la genitorialità può offrire. Sono immagini di quotidianità sacra: la madre che porta in grembo suo figlio, che lo tiene teneramente in braccio e che lo nutre con premura e amore. Sono scene che, pur riferendosi alla figura divina di Maria, riflettono l’esperienza universale e senza tempo della maternità, un legame sacro che continua a ispirare e a consolare.

